di Michel Schooyans da Nuovo Disordine Mondiale edizioni San Paolo (1997)
L’antropologia che è alla base dei movimenti contro la vita è inammissibile non solo in ragione del suo razionalismo soggettivistico; essa lo è anche, essenzialmente, perché ha come inizio e come termine la morte dell’uomo concreto. L’antropologia soggettivistica porta l’individuo a cercare la felicità in se stesso. È così che questa antropologia comporta la perdita del significato dell’amore.
Questa antropologia è a sua volta superata da coloro che sostengono che l’uomo, per affermare se stesso come individuo, deve negare Dio, negare il mondo che gli è dato, negare gli altri individui ed essere addirittura
disposto — paradossalmente — a negare se stesso. Tutto ciò che condiziona l’esistenza umana viene avvertito come qualcosa che grava sull’autonomia dell’uomo; quest’ultima deve essere totale affinché lo sia anche la libertà. Per essere libero, l’uomo deve poter dare la morte e persino darsi…
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